Biografia

Biografia

Carlo Mattioli

Carlo Mattioli nasce l’8 maggio 1911 a Modena, da una famiglia di artisti.

Il padre Antonio, insegnante di disegno, si trasferisce con l’intero nucleo familiare a Parma, dove Carlo puo’ seguire regolari studi all’Istituto di Belle Arti. Diplomatosi, comincia immediatamente a insegnare in Istria, ad Arezzo, a Parma, all’Accademia di Firenze e, infine, a quella di Bologna.

Intanto a Parma frequenta e ritrae i giovani intellettuali che allora gravitavano nella vivace orbita culturale della citta’: Ugo Guanda, Oreste Macri’, Pietrino Bianchi, Mario Luzi, Attilio Bertolucci e altri ancora. Molto riservato e geloso di una dimensione privata e solitaria del proprio lavoro, Mattioli riesce, comunque, a rimanere aggiornato sugli sviluppi dell’arte contemporanea e a coltivare lo studio e l’amore per l’arte antica di cui e’ un profondo e attento conoscitore.

Dalla fine degli anni Trenta Lina, sposata nel 1937, e’ l’assoluta protagonista dei suoi dipinti; sono i primi Nudi e i primi Ritratti cui si affiancheranno quelli dell’unica figlia Marcella. Si apre anche, negli anni Quaranta, la stagione della grafica che avra’ poi altre straordinarie parentesi, come quella delle numerose illustrazioni degli anni Sessanta, testimonianza del suo interesse mai sopito e della sua profonda conoscenza della letteratura europea. Vedono la luce Vanina Vanini e la Chartreuse de Parme di Stendhal (dal 1961), i Ragionamenti dell’Aretino (dal 1960 al 1964), le Novelle del Sermini (1963), il Belfagor del Machiavelli. Culmina nel 1968 il Canzoniere del Petrarca e la Venexiana.

La grafica, tuttavia, lascia gradualmente il posto preminente alla pittura. Ai nudi, in piedi o coricati, dal 1960 al 1963, si aggiungono i nuovi Ritratti, (celebri quelli dedicati a Giorgio De Chirico, Roberto Longhi, Carlo Carra’, Giacomo Manzu’, Giorgio Morandi e Renato Guttuso) che compariranno di tanto in tanto lungo l’arco decennio e poco oltre. Dal 1962 la natura morta affianca e poi sostituisce gradualmente il nudo, e a sua volta lascia il posto, a partire dal 1967, agli studi sul Cestino di Caravaggio, destinati alla tribolata Biennale di Venezia del 1968.  Nati dalla frequentazione con Roberto Longhi i “Cestini” si prolungano, in una riflessione complessa che riguarda anche l’amato Tiziano, fino al 1974 anno in cui si affermano finalmente le vedute del duomo di Parma adagiato sui tetti della citta’.

Ritornando alle mostre, del 1943 e’ la prima personale, su sollecitazione di Ottone Rosai, alla Galleria del Fiore di Firenze. Dal 1948 Mattioli e’ puntualmente presente alle varie edizioni della Biennale di Venezia dove riceve, nel 1956, dalla commissione presieduta da Roberto Longhi, il Premio Comune di Venezia per un disegnatore. Lo stesso anno vince anche la Quadriennale di Roma.

Agli inizi degli Anni Settanta compaiono i celeberrimi Notturni, talvolta impreziositi da un albero o come cielo soltanto, attraversato da nubi e illuminato dalla presenza della luna; o come cielo alto sopra il dorso del duomo, o al di la’ di una siepe; o ancora, come notte che scurisce una spiaggia; o infine, notte che avvolge un nudo femminile disteso, inarcato come il profilo di una collina.

A meta’ degli anni Settanta i Paesaggi, che occupano anche tutto il decennio successivo, si aprono a tonalita’ per lui fino ad allora inedite: le spiagge, i campi di papaveri e di lavanda, le ginestre, le aigues mortes, gli alberi, la Versilia, le colline di Castrignano, le foreste di Birnam, i boschi. Dal 1974 al 1985 nascono i ritratti della nipote Anna impastati con i nuovi colori dei paesaggi. Nel 1982 vengono creati i muri e le travi del ciclo per una crocefissione, tenebrosa preparazione per i grandi Crocifissi. Ma anche l’Arte Sacra, come possono testimoniare le numerose opere realizzate e donate a chiese e istituzioni religiose a partire dagli anni Cinquanta, e’ capitolo profondamente rilevante nella sua produzione.

Nel 1983 muore Lina. Nello stesso anno avviene la grande donazione all’Universita’ di Parma. La maestosa antologica del 1984 a Palazzo Reale di Milano inaugura una lunghissima serie di esposizioni in prestigiose sedi in Italia e all’estero.

Nel 1993 esegue gli ultimi quadri a olio, i calanchi e le Apuane di notte. Poi l’ultima serie di tempere su antiche copertine di libri.

Muore a Parma il 12 luglio del 1994.

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